Profilatura e calibrazione

In parole povere, un profilo di colori è un file che definisce un insieme di colori all’interno di un cubo di colori XYZ puri. Questo «insieme di colori» può essere utilizzato per definire cose diverse:

  • i colori all’interno di un’immagine

  • i colori che un dispositivo può restituire

La scelta del profilo dello spazio di lavoro corretto da utilizzare dipende da quanti colori hai bisogno e dalla profondità di bit che intendi utilizzare. Immagina una linea con l’intero spettro di colori dal nero puro (0,0,0) al blu puro (0,0,1) in un cubo di colori XYZ puro. Se lo dividi scegliendo passaggi a intervalli regolari ottieni un cosiddetto profilo lineare, con una curva di gamma=1 rappresentata come una linea diritta da 0 a 1. Con una profondità di 8 bit per canale abbiamo solamente 256 valori per memorizzare l’intera linea. Se per definire tali valori di colore utilizzassimo un profilo lineare, come descritto sopra, perderemmo alcuni importanti passaggi di cambio dei colori visibili e otterremmo un numero elevato di valori che appaiono uguali (e che condurrebbe a un effetto di posterizzazione).

Ecco perché è stato creato il profilo sRGB che in questa limitata quantità di valori va bene per più colori differenti, con gradazione percettivamente regolare, applicando una curva di gamma personalizzata (osserva l’immagine qui: https://en.wikipedia.org/wiki/SRGB) per emulare la curva di risposta standard dei vecchi schermi CRT. Il profilo sRGB è dunque ottimizzato per adattarsi a tutti i colori che gli schermi più comuni sono in grado di riprodurre in quei 256 valori per i canali R/G/B. Altri profili, come Adobe RGB, sono ottimizzati per funzionare con colori più stampabili in questo intervallo limitato, estendendo principalmente le tonalità ciano-verdi. Lavorare con un profilo del genere può essere utile per migliorare i risultati di stampa, ma è rischioso se non viene utilizzato con uno schermo adeguatamente profilato e/o calibrato. La maggior parte dei profili dello spazio di lavoro CMYK più comune va in genere bene per tutti i colori all’interno della profondità di 8 bit per canale, ma essi sono tutti così diversi e specifici che in genere è meglio lavorare prima con uno spazio di lavoro RGB normale e poi convertire il risultato nell’idoneo profilo CMYK.

Lavorando con profondità a 16 bit per canale si hanno già 65536 valori anziché 256 e possiamo dunque utilizzare profili dello spazio di lavoro con una gamma più elevata, tipo Wide-gamut RGB o Pro-photo RGB, o addirittura con gamma illimitata come scRGB.

Ma poiché sRGB è un profilo generico (a maggior ragione se proviene da vecchie specifiche per CRT), esiste una buona possibilità che il tuo monitor abbia in realtà una curva di risposta dei colori diversa, e quindi un profilo dei colori. Perciò, se stai utilizzando uno spazio di lavoro sRGB e hai caricato un profilo dello schermo adatto (vedi il punto successivo), Krita sa che i colori contenuti nel file stanno all’interno dello spazio dei colori sRGB e, per visualizzare la tela, dal profilo del tuo monitor converte quei valori sRGB nei corrispondenti valori dei colori.

Nota che quando esporti il file e lo visualizzi in un altro software, quest’ultimo deve fare due operazioni:

  • leggere il profilo incorporato per conoscere i valori di colore «buoni» dal file (che la maggior parte degli attuali software fa; se non lo fanno, in genere passano a sRGB, dunque nel caso qui descritto siamo tranquilli)

  • e poi convertirlo nel profilo associato al monitor (che pochissimi software realmente fanno e semplicemente restituiscono il risultato in sRGB. Questo può spiegare, il più delle volte, alcune differenze di visualizzazione).

Krita utilizza moltissimo i profili e ne contiene molti.

Il profilo più importante è quello del tuo schermo. Non è contenuto nel programma e lo devi creare con un dispositivo di profilatura dei colori. Se non hai accesso al dispositivo non potrai utilizzare debitamente la gestione dei colori di Krita. Krita ti permette però di scegliere come spazio di lavoro qualsiasi altro profilo contenuto nel programma.

Profilatura dei dispositivi

I dispositivi di profilatura, chiamati anche «colorimetri», sono minuscole fotocamere che si collegano al computer tramite usb e con cui si avvia poi un programma di profilatura (spesso fornito assieme al dispositivo).

Nota

Se il tuo colorimetro non possiede un programma dedicato o non sei soddisfatto dei suoi risultati, consigliamo ArgyllCMS.

La piccola fotocamera misura quindi quale rosso, verde, blu, bianco e nero è più luminoso sul tuo schermo, utilizzando un bianco predefinito come base. Misura anche come è grigio il colore grigio.

Quindi inserisce tutte queste informazioni in un profilo ICC che può essere utilizzato dal computer per correggere i tuoi colori.

Si consiglia di non cambiare la «calibrazione» (contrasto, luminosità, ecc.) del tuo schermo dopo la profilatura. Cambiarla rende il profilo inutile, dato che durante la calibrazione le qualità dello schermo cambiano in modo significativo.

Per fare in modo che lo schermo visualizzi colori più precisi, puoi fare due cose: profilare il tuo schermo oppure calibrarlo e poi profilarlo.

Profilare lo schermo significa semplicemente misurare i colori del tuo monitor con le sue impostazioni native e inserire quei valori in un profilo dei colori poi utilizzabile da un’applicazione gestita dai colori, in modo da adattare i colori originali allo schermo per ottenere risultati ottimali. Calibrare e profilare significa la stessa cosa, con la differenza che prima si tenta di calibrare i colori dello schermo per farli corrispondere a una determinata impostazione standard, tipo sRGB o altri profili più specifici. La calibrazione viene eseguita prima con controlli hardware (luminosità, contrasto, curve di gamma), poi con un software che crea una «vcgt» (“video card gamma table”, tabella delle gamme della scheda video) da caricare nella GPU.

Quando o perché, dunque, devi eseguire una o entrambe le operazioni?

Solo profilatura:

Con un buon monitor

Puoi ottenere la maggior parte dei colori sRGB e molti colori aggiuntivi non presenti in sRGB. Può essere un buon metodo per ottenere più colori visibili.

Con un cattivo monitor

Otterrai solo un sottoinsieme di sRGB reali, e perderai molti dettagli, o addirittura avrai scostamenti di tonalità. Una calibratura prima della profilatura può aiutare a ottenere un risultato più vicino a colori sRGB pieni.

Calibrazione e profilatura:

Cattivi monitor

Come appena spiegato sopra.

Configurazione di più monitor

Quando usi più monitor, in particolare in modalità rispecchiamento in cui entrambi i monitor hanno lo stesso contenuto, non è possibile avere la gestione dei colori del contenuto per i profili di tutt’e due gli schermi. In un caso del genere, la calibrazione di entrambi gli schermi in modo da corrispondere al profilo sRGB (o un altro standard per i monitor di fascia alta, se supportato) può essere una buona soluzione.

Prova colore

Quando hai bisogno che, per la prova colore, un contesto di resa corrisponda in modo esatto, la calibrazione può aiutarti a ottenere un risultato più vicino a quello che ti aspetti. Stai molto attento però, perché passare da una calibrazione e un profilo a un altro tra monitor è un’operazione alquanto delicata.